Caparra e caparra confirmatoria

La Caparra confirmatoria e penitenziale e il diritto di recesso o di ripensamento

Caparra e Diritto di ripensamento

La caparra è una somma di denaro o di cose fungibili (sostituibili con altre dello stesso genere) che una persona consegna ad un'altra anticipatamente come garanzia dell'adempimento, cioè per confermarle che vuol mantenere l'impegno preso.
Se rispetta il suo dovere, quella somma viene restituita oppure considerata parte della prestazione, cioè di ciò che è obbligata a dare o fare.
Ad esempio compro un appartamento per 100.000 euro da Tommaso, stabilendo con lui che pagherò una quota ogni mese e consegnando 20.000 euro di caparra. Se rispetto i patti, alla fine la caparra mi verrà restituita o sarà considerata un anticipo di quelle 100.000 euro.

La caparra può essere inserita solo nei contratti a prestazioni corrispettive, cioè quelli in cui entrambe le parti hanno un obbligo, come un contratto di compravendita: nel contratto per l'appartamento, per esempio, io ho l'obbligo di pagarlo, Tommaso deve consegnarmelo.

Il Diritto di recesso (o Diritto di ripensamento) è la possibilità offerta ad una persona di liberarsi dal contratto prima della sua scadenza.
Si parla di facoltà di recedere anche quando si tratta di caparre, ma in modo particolare. Questo diritto, infatti, può essere scelto in certi casi ed essere in un certo senso "pagato" in altri, a seconda del tipo di caparra che è stata prevista.
La caparra, infatti, può essere confirmatoria oppure penitenziale.

Caparra confirmatoria

La caparra confirmatoria è quella più utilizzata ed è una garanzia contro l'inadempimento, cioè serve per risarcire una persona nel caso in cui l'altra non rispetti il proprio obbligo.

Se la persona che ha pagato la caparra diventa inadempiente, infatti, chi l'ha ricevuta può trattenerla come risarcimento danni e scegliere di recedere dal contratto (di esercitare, quindi, il diritto di recesso): se non voglio più pagare Tommaso, lui può tenere le 20.000 euro di caparra e decidere di liberarsi dal contratto, in modo tale da non essere più obbligato a consegnarmi l'appartamento.

La persona che resta adempiente - cioè chi continua a rispettare il contratto - può anche decidere di non recedere, bensì continuare a pretendere la prestazione da chi è inadempiente o chiedere il normale dei risarcimento danni. Tommaso, quindi, può decidere di non sciogliere il contratto, e potrà agire contro di me per costringermi a rispettare il mio obbligo oppure ottenere un risarcimento danni maggiore di quelle 20.000 euro di caparra che gli ho dato.

Caparra penitenziale

La caparra penitenziale è invece un corrispettivo per il recesso, cioè una somma data come pagamento anticipato per esercitare il diritto di recesso.
Nel contratto, infatti, deve esserci scritto che una delle due persone (o entrambe) può esercitare questo diritto, pagando però all'altra una certa somma. Questa somma viene appunto data in anticipo come caparra penitenziale.
Si chiama "penitenziale" proprio perché collegata al "pentimento": è il prezzo da pagare per essersi pentiti di aver stipulato quel contratto.

Se decide di recedere dal contratto chi ha pagato la caparra, perde quella somma; se invece la decisione viene presa da chi ha ricevuto la caparra, deve restituire il doppio di quella somma.

Non è possibile chiedere poi un ulteriore risarcimento danni, né che l'altra parte rispetti il contratto, proprio perché la caparra penitenziale ha valore di pagamento anticipato e non di risarcimento danni per inadempimento come quella confirmatoria.
Se ad esempio la caparra di 20.000 euro che ho dato a Tommaso è penitenziale, quella somma è vista come il prezzo da pagare per un mio eventuale "pentimento", per cui, se recedo, lui non potrà pretendere più nulla da me.

Caparra e caparra confirmatoria: Elenco Avvocati e Studi Legali
Risoluzione del contratto
Riguarda i contratti a prestazioni corrispettive, ossia ciascuna parte dà all’altra qualcosa in cambio di qualcosa (es. compra-vendita). Il contratto si può risolvere se, dopo la stipula, sopraggiunge una circostanza che ne impedisce la realizzazione (manca la corrispettività).
Contratti: elementi essenziali
Affinché il contratto abbia valore legale deve necessariamente contenere i seguenti elementi: l’accordo (la decisione delle parti); l’oggetto (cosa si dà, si fa o si non fa); la causa (lo scambio, la vendita, ecc); la forma del contratto (tacito, orale, scritto).
Contratto di comodato
È un accordo tra due parti in forza del quale una (comodante) cede all’altra (comodatario) il diritto di uso (non la proprietà) di un certo bene (es. auto), cioè lo presta per un tempo prestabilito (es. 1 anno) oppure per un uso specifico (es. solo per andare al lavoro). Il comodato è gratuito.
Contratti: effetti obbligatori
Sono obbligatori gli effetti che conseguono ad un contratto che comporti "obbligazioni": dopo la firma i contraenti hanno l’obbligo specifico di dare (es. pagare), e/o fare qualcosa (es. prestazione), e/o non fare qualcosa (es. non puoi godere di questo bene fino al 2021).
Contratto di fideiussione
È quel contratto attraverso il quale un terzo garantisce al creditore che il debito che un’altra persona ha contratto con lui sarà ripagato: Pino compra una macchina da Bruno; Aldo con una fideiussione garantisce a Bruno che, se Pino non coprirà il debito, lo pagherà lui stesso.
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