Interpretazione del contratto

L'Interpretazione del contratto soggettiva e oggettiva, e il contratto a titolo gratuito o oneroso

L'Interpretazione dei contratti

L'interpretazione del contratto è un'attività che viene svolta quando ci sono dubbi su come interpretare regole e clausole presenti in un contratto.
Se ad esempio in un contratto che ho firmato con Luca c'è scritto che dovrò consegnargli la mia automobile "nel luogo in cui vive", questa espressione potrebbe non essere chiara: potrei intenderla come "nella sua città" oppure "proprio a casa sua". Con l'interpretazione, allora, si cerca di capire qual è il contenuto giuridicamente rilevante del contratto, in modo tale da evitare possibili controversie o errori.

L'interpretazione viene effettuata da un giudice, il quale deve seguire specifiche norme del Codice Civile per attribuire il corretto significato al contratto.
L'obiettivo principale è quello di individuare la "comune intenzione delle parti": si cerca, cioè, di ricostruire non la volontà precisa di ogni singola persona, bensì quello che – dall'esterno – sembra si sia voluto realizzare stipulando quel contratto. Per interpretarlo al meglio, allora, il giudice deve seguire un preciso percorso.
Deve, prima di tutto, cercare di realizzare una "interpretazione soggettiva" del contratto e, nel caso in cui anche così i dubbi non fossero sciolti, passare ad una "interpretazione oggettiva".

Interpretazione soggettiva e intepretazione oggettiva

Interpretazione soggettiva: con questo tipo di interpretazione non ci si limita a cercare di ricostruire il senso delle parole scritte, ma si va a guardare il comportamento generale delle persone coinvolte, anche quello assunto dopo la conclusione del contratto (e mentre lo stavano eseguendo).
Le varie clausole non vengono valutate una ad una, ma "complessivamente": le si confronta con le altre presenti in quel contratto, in modo tale da riuscire a trovare un senso complessivo. Quindi ad ogni clausola viene attribuito un significato che risulta dall'insieme dell'atto.
Se nel contratto è stata utilizzata qualche espressione generale, viene interpretata come riferita solo agli oggetti previsti nel contratto. Se, ad esempio, nel mio contratto con Luca c'è scritto che la persona che deve consegnare l'auto "non deve fumare", questa espressione generale potrebbe essere interpretata come "non deve fumare dentro l'auto che deve consegnare".
Se sono stati inseriti anche esempi, devono essere visti come elementi che servono solo per spiegare un patto specifico ma non escludono altre ipotesi alle quali può essere esteso lo stesso patto: se c'è scritto che, per consegnare l'auto, devo per esempio prendere la statale per raggiungere il luogo in cui vive Luca, non è esclusa l'ipotesi ch'io invece possa recarmi lì utilizzando l'autostrada.

Interpretazione oggettiva: si passa a questo tipo di interpretazione quando, nonostante l'interpretazione soggettiva, restano ancora dubbi sul senso di quel contratto.
In questo caso il giudice, nell'interpretarlo, deve basarsi sulla "buona fede", cioè dare ad esso lo stesso significato che potrebbero attribuirgli le persone che lo hanno stipulato se fossero corrette e leali.
Se ci sono ancora dubbi sulle singole clausole o sul contratto in generale, bisogna interpretare il tutto in modo tale che quell'atto produca un qualche effetto rilevante per la legge.
Le clausole ambigue, invece, vengono interpretate secondo gli usi locali, cioè in base a come si è soliti fare nel luogo in cui quel contratto è stato concluso.
Le espressioni che possono avere più significati vengono interpretate in modo tale che abbiano un senso il più vicino possibile alla natura ed all'oggetto di quel contratto.
Se sono state inserite clausole nelle "condizioni generali" oppure in moduli e formulari, vanno interpretate in favore di chi non le ha predisposte.

Se anche con l'interpretazione oggettiva non si riesce a risolvere i vari dubbi, allora il contratto va interpretato in ulteriori due modi:

Interpretazione del contratto: Elenco Avvocati e Studi Legali
Risoluzione eccessiva onerosità
Riguarda i contratti ad esecuzione differita (es: acquisto casa su progetto, consegna a 5 anni). Il contratto si può sciogliere se, tra stipula e realizzazione, per cause imprevedibili la prestazione di una parte diventa troppo gravosa per l’altra.
Contratto di compravendita
Anche detto di vendita, questo è il contratto più diffuso e utilizzato. Ha per oggetto la vendita di beni (mobili e immobili) e il passaggio di proprietà da una persona ad un’altra, dietro pagamento. La vendita può riguardare beni già esistenti o ancora da creare (es. casa).
Contratto di franchising
È il contratto col quale un imprenditore (franchisor), previo compenso, accorda ad un altro imprenditore (franchisee) il diritto di vendere i suoi prodotti o servizi, usando il suo marchio e i suoi segni distintivi. Es. le catene di negozi uguali in Italia e all’estero: calze, fast food, ecc.
Finanziamento: Mutuo, cos’è
È tra le forme di prestito più diffuse. Una banca o un altro ente finanziario concede in prestito una somma di denaro al cliente, il quale la restituirà a rate nella stessa misura dell’importo ricevuto (mutuo a titolo gratuito) o maggiorato con interessi (mutuo a titolo oneroso).
Risoluzione del contratto
Riguarda i contratti a prestazioni corrispettive, ossia ciascuna parte dà all’altra qualcosa in cambio di qualcosa (es. compra-vendita). Il contratto si può risolvere se, dopo la stipula, sopraggiunge una circostanza che ne impedisce la realizzazione (manca la corrispettività).
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