Dopo la morte di una persona, capita spesso che i suoi eredi litighino per colpa di questioni ereditarie. Possono entrare in conflitto per via di un bene specifico (ad esempio la casa del defunto), oppure perché si sentono danneggiati da una suddivisione o dal testamento.
In questi casi, la legge italiana permette a queste persone di compiere varie azioni per far valere i propri diritti.
La prima di queste azioni è la petizione di eredità.
Può capitare, infatti, che una persona sia in possesso di tutti o di una parte dei beni dell'eredità, magari senza esserne erede ed altri considerino questo possesso illegittimo. Ad esempio Lucia, pronipote di mia nonna, pensa di essere sua erede legittima e possiede un suo antico vaso. Mia nonna, però, tramite testamento ha lasciato quel vaso a me. In questo caso posso chiedere di essere riconosciuto ufficialmente come erede, in modo tale che quel vaso mi venga restituito. Per poterlo fare, però, devo aver accettato l'eredità.
Possono richiedere questo riconoscimento anche i miei creditori o tutti coloro che potrebbero essere danneggiati dal mio non essere riconosciuto.
Un altro motivo di lite tra eredi può essere quello che riguarda la cosiddetta "quota di legittima". La quota di legittima è una parte dell'eredità che per legge spetta sempre a determinate persone, chiamate i legittimari. I legittimari sono coniuge, figli ed ascendenti del defunto.
Può accadere che appunto il defunto non abbia considerato questa quota di legittima nel momento in cui ha scritto il testamento, oppure che abbia fatto donazioni che l'hanno danneggiata. I legittimari possono allora far valere i propri diritti grazie all'azione di riduzione, cioè chiedendo che vengano ridotte le disposizioni del testamento, in modo tale da veder reintegrata la propria quota.
Per fare un esempio, il signor Rossi ha 100 mila euro. Alla sua morte, se non ci sono figli, la quota di legittima che spetta a sua moglie è pari alla metà dell'eredità, per cui la donna dovrebbe ricevere 50 mila euro. Il signor Rossi, invece, attraverso un testamento, lascia ben 70 mila euro ad un estraneo. La quota della moglie risulta a questo punto danneggiata. Per questo, la donna può chiedere che quella disposizione testamentaria di 70 mila euro venga ridotta, in modo tale da avere ciò che le spetta.
La richiesta di riduzione può essere fatta dai legittimari lesi, dai loro eredi o da altre persone interessate, come per esempio chi ha comprato l'eredità.
Un legittimario leso, oltre all'azione di riduzione, può anche dar vita ad una azione di restituzione, cioè chiedere che vengano restituiti i beni che gli spettano di diritto. Per esempio, mio marito ha lasciato a suo fratello un appartamento, che invece dovrebbe far parte della mia quota di legittima. Io posso chiedere a mio cognato di restituirmelo. Se non lo fa spontaneamente, possono muovere contro di lui un'azione di restituzione.
Se mio cognato ha venduto o donato l'appartamento ad altre persone, prima di agire contro di loro, posso agire contro di lui per ottenere il valore di ciò che ha venduto o donato. Nel caso in cui i suoi beni non siano sufficienti per ripagarmi del danno subito, mi rivolgerò anche alle persone che hanno comprato l'appartamento, le quali, invece di restituirmelo, possono pagarmi in denaro.
Se un altro beneficiario ha ottenuto questi beni e poi li ha donati o venduti ad altre persone, il legittimario può chiedergli di pagare con i suoi beni ciò che ha perso. Se i beni del beneficiario risultano insufficienti, il legittimario può rivolgersi anche a quelle persone che, invece di restituirli, possono semplicemente pagarli.
Quando le dispute riguardano altre questioni relative al testamento, è possibile chiedere che venga dichiarato nullo oppure annullabile.
Un testamento può essere nullo per intero o solo in alcune sue parti.
E' nullo del tutto soprattutto quando la persona scomparsa è stata costretta a crearlo per colpa di violenze subite da altri.
Ogni forma di testamento può essere considerata nulla se ci sono delle parti mancanti. Un testamento olografo Il Testamento Olografo ha le caratteristiche seguenti: deve essere scritto direttamente dalla persona, cioé la sua calligrafia diviene riconoscibile; compare la data per intero (giorno, mese e anno); infine il documento deve essere sottoscritto., per esempio, è nullo se non è stato scritto del tutto dal defunto oppure se manca la sua sottoscrizione; un testamento pubblico
Il Testamento Pubblico è il "classico" testamento redatto dal notaio. Il testatore dichiara al Notaio le proprie ultime volontà, in presenza di almeno due testimoni.
Il Testamento Pubblico è particolarmente difficile da contestare in tribunale. è nullo se mancano sottoscrizioni o se il notaio non ha riportato per iscritto le dichiarazioni della persona; un testamento segreto Il Testamento Segreto viene redatto dal testatore e consegnato in busta chiusa e sigillata al notaio.
Non occorre la data e il testamento può essere scritto anche al computer, poi stampato e sottoscritto. è nullo se il notaio non ha certificato di aver ricevuto la scheda testamentaria.
Le singole disposizioni sono invece nulle se per esempio non è stato indicato il nome del beneficiario o l'oggetto che è stato lasciato.
Un testamento è invece annullabile se chi l'ha creato non era maggiorenne, oppure non era capace di intendere e di volere o era stato dichiarato addirittura interdetto. Anche in questo caso, le varie forme di testamento possono essere annullabili per varie ragioni.
Per esempio il testamento olografo può essere annullato se la data non è presente oppure è stata cancellata, mentre testamento pubblico e testamento segreto possono essere annullabili se non ci sono testimoni o se sono minorenni. Le singole disposizioni, invece, possono essere annullate se sono state fatte per errore, per dolo o per violenza subiti dalla persona scomparsa.