La donazione è un atto attraverso il quale una persona decide di regalare ad un'altra qualcosa in suo possesso, senza ricevere o aspettarsi nulla in cambio.
Per la legge italiana si tratta di un vero e proprio contratto, nel quale deve esser scritto che la persona che dona – il donante – ha intenzione di passare a chi riceverà il dono – il donatario – un suo diritto patrimoniale, oppure assumersi un'obbligazione nei suoi confronti. Attraverso una donazione, quindi, io posso decidere per esempio di donare a mio nipote la mia auto oppure dichiaro di voler versare ogni anno in suo favore una certa somma.
Poiché si tratta di un atto pubblico, nel momento in cui si dona è necessaria la presenza di un notaio e di due testimoni. Se però l'oggetto donato è qualcosa che non ha un grosso valore economico, non è necessaria la loro presenza.
Titolo personale. Se decido di donare un mio bene, devo farlo in modo personale, nel senso che non posso chiedere ad altre persone di farlo al posto mio. Posso però nominare un "Procuratore speciale" per la stipulazione del contratto. Nella procura devo inserire il nome di chi riceverà il dono e cosa ho intenzione di donare.
Cosa si può donare? Si può decidere di donare qualunque tipo di bene del proprio patrimonio, purché si tratti di cose che appunto fanno parte del proprio patrimonio personale in quel momento, e quindi non di beni futuri. Ad esempio posso donare l'auto di mia proprietà in questo momento, non quella che comprerò tra 10 anni.
Chi può donare e chi può ricevere doni. Possono donare i propri beni tutte le persone fisiche, purché siano maggiorenni e capaci di intendere e di volere in quel momento. Possono donare anche le persone giuridiche, cioè gli enti riconosciuti, ma solo se nel proprio atto costitutivo o nel proprio statuto è prevista la possibilità di effettuare donazioni.
Possono ricevere il dono, invece, tutte le persone fisiche, comprese quelle non ancora nate ma solo concepite. In questo caso, però, i concepiti devono essere figli di persone viventi nel momento in cui viene fatta la donazione. Infine, possono ricevere una donazione anche persone giuridiche ed enti non riconosciuti.
Requisiti. Per poter essere valida, è necessario che la donazione abbia tre requisiti fondamentali.
Innanzitutto deve essere mossa da "spirito di liberalità": se decido di donare qualcosa, devo farlo perché sono pienamente convinto del mio gesto, non perché mi sento obbligato da qualcosa o qualcuno.
Inoltre, con la mia donazione deve esserci un "arricchimento" dell'altra persona, cioè il mio dono deve far sì che diminuisca il mio patrimonio personale aumentando quello di chi lo riceverà.
Infine, deve esserci accettazione: chi riceve il mio dono deve accettarlo. La sua accettazione deve essere fatta per atto pubblico e deve quindi essere scritta. Può essere contenuta nell'atto stesso di donazione o avvenire in un momento successivo. Fino a quando non accetta il mio dono, sia io che lui possiamo sempre cambiare idea sulla donazione e chiedere che le nostre dichiarazioni sul contratto vengano revocate.
La donazione può anche essere revocata per due motivi diversi: per "ingratitudine" o per "sopravvivenza di figli".
Se per esempio chi ha ricevuto il dono compie poi azioni che danneggiano il donatore, il donatore può chiedere che quella donazione venga revocata, in quanto questa persona si è mostrata appunto "ingrata". La revoca per sopravvivenza dei figli, invece, può essere ottenuta quando per esempio il donatore scopre di avere dei figli solo dopo aver già fatto la donazione ad un'altra persona.
In entrambi i casi, la revoca deve essere chiesta attraverso una domanda giudiziale, che può esser fatta sia dal donatore che dai suoi eredi. Il giudice, con una sentenza, dichiarerà quella donazione non valida.
Alcune donazioni, però, non possono mai essere revocate. Si tratta soprattutto delle donazioni obnuziali, cioè fatte in vista di un matrimonio, oppure di quelle rimuneratorie, cioè quelle donazioni che vengono fatte per premiare ad esempio una persona che si è comportata bene nei confronti del donatore.
Spese. Anche quando si riceve una donazione si è obbligati a pagare un'imposta allo Stato, se il suo valore supera determinate somme. La percentuale da pagare allo stato viene calcolata in base al valore dei beni ricevuti in dono ed al grado di parentela con la persona che dona. In generale, coniuge e parenti in linea retta devono pagare il 4%; fratelli e sorelle o altri parenti, il 6%; altre persone l'8%.