Quando l'intero patrimonio di una persona alla sua morte passa contemporaneamente a più persone, si parla di Comunione Ereditaria. Gli eredi in questo caso vengono chiamati "coeredi" e ciascuno di loro è proprietario di una quota del patrimonio totale del defunto.
Possono restare in comunione oppure decidere di dividersi quei beni. La divisione ereditaria può essere richiesta da qualunque coerede, a meno che il defunto non abbia previsto in un testamento regole particolari. Ad esempio la persona scomparsa può aver deciso che i suoi beni vengano divisi solo dopo cinque anni dalla sua morte, oppure solo quando uno dei coeredi avrà raggiunto la maggiore età. Inoltre, non può essere richiesta se i coeredi hanno preso accordi per mantenere la comunione per un certo periodo di tempo (non oltre i 10 anni) e se tra loro c'è un "concepito", ovvero una persona che non è ancora nata.
La divisione può essere di tre tipi: testamentaria, contrattuale o giudiziale.
La divisione testamentaria si ha quando è la persona stessa che, prima di morire, ha scritto in un testamento come devono essere divisi i suoi beni tra i suoi eredi e cosa spetta a ciascuno di loro. Il defunto può anche aver semplicemente scelto un "arbitratore", cioè qualcuno che, alla sua morte, si preoccuperà di dividere il patrimonio tra i coeredi.
La divisione contrattuale si ha invece quando i coeredi prendono accordi tra loro sulla divisione e danno vita ad un vero e proprio contratto.
Se però non riescono ad accordarsi ed arrivano anche a litigare per la divisione, la decisione può essere affidata ad un giudice. In questo caso si parla di divisione giudiziale. Il giudice analizza il patrimonio totale del defunto e cerca di stabilire in quale modo deve essere diviso tra i coeredi. Se ci sono beni che non è possibile dividere in parti uguali (come può essere per esempio un appartamento), si decide di metterli in vendita e di dividere poi il ricavato tra i coeredi.
Se la divisione avvenuta tramite contratto viene ritenuta sbagliata o uno dei coeredi pensa di essere stato danneggiato dalla stessa, può sempre far richiesta di nullità o annullabilità. Se però si tratta di una divisione giudiziale, il coerede può solo impugnare la sentenza che ritiene sbagliata (quindi fare appello, ricorso, opposizione, ecc.).
Vendita dell'eredità. Un coerede può mettere in vendita la sua quota di eredità, a patto che avverta gli altri di ciò che ha intenzione di fare. I coeredi, infatti, hanno il diritto di prelazione, ovvero hanno la precedenza sull'acquisto della parte di eredità che uno tra loro vuole vendere. Se non vengono avvisati della vendita, possono comunque riscattare quella parte da eventuali compratori estranei, proprio perché hanno la precedenza su tutti.