Diritto all’onore

Il diritto all’onore: l'ingiuria e la diffamazione

Il diritto all’onore e la dignità personale

Il diritto all’onore è un diritto molto importante: l'onore di una persona riguarda la sua dignità personale, il suo valore nonché la buona reputazione di cui gode nella società in cui vive. Proprio per questo, per la nostra Costituzione, l'onore è considerato un diritto fondamentale dell'uomo.
Infatti, anche se non esistono più i tipici duelli del passato con i quali si cercava di difendere il proprio onore e non si sente più parlare di "matrimoni riparatori" (celebrati quando veniva offeso l'onore di una donna, ad esempio quando restava incinta prima di sposarsi), l'onore è attualmente considerato un diritto inviolabile appartenente a tutti gli esseri umani senza distinzione, e per questo è tutelato dalla legge.
Se una persona in qualche modo offende un'altra, raccontando o scrivendo qualcosa che "sporca" la sua immagine di fronte agli altri, questa seconda persona, anche se si tratta di una cosa vera, può agire per vie legali grazie al codice civile e al codice penale, muovendo una accusa di ingiuria o diffamazione a seconda dei casi.
Ingiuria e diffamazione, infatti, sono in realtà due reati differenti tra loro.

Il diritto all’onore: l’ingiuria

L'ingiuria si ha quando l'offesa viene rivolta direttamente alla vittima. Se ad esempio una persona mi dice in faccia che sono una poco di buono, e sento offesa la mia dignità, posso querelare quella persona. Anche se l'offesa mi viene rivolta per telefono, lettera, email, ecc. posso querelarla, in quanto ciò che conta è che l'offesa sia stata rivolta in mia presenza.
Con una condanna per ingiuria, una persona rischia fino a 6 mesi di reclusione oppure di dover pagare una multa pari a 516,46 Euro. Se però le offese sono state reciproche (tu hai offeso me, io ho offeso te) oppure sono nate subito dopo una mia azione che può aver scatenato una reazione di rabbia, allora la persona querelata può anche evitare la condanna.

Il diritto all’onore: la diffamazione

La diffamazione, si ha quando l'offesa rivolta contro una persona non viene fatta in sua presenza, ma davanti ad altre persone o attraverso mezzi di comunicazione (tv, radio, stampa, ecc.).
Quindi, se una persona in mia assenza rovina la mia reputazione dicendo di fronte ad altra gente che sono una poco di buono, posso querelarla per diffamazione. Per legge, però, la sua offesa deve essere stata fatta davanti ad almeno 2 persone.
Con una condanna per diffamazione una persona rischia fino ad un anno di reclusione, oppure una multa di 1032,91 Euro.
Si può evitare la condanna se l'offesa è stata in qualche modo provocata da un mio atteggiamento o una mia azione. Inoltre, la si può evitare quando ci si trova davanti al diritto di cronaca o al diritto di critica. Per il diritto di cronaca, infatti, quando una notizia è d'interesse pubblico, è vera e riguarda un personaggio pubblico, può essere raccontata, ma solo in modo sereno e corretto, cioè evitando di offendere una persona.
Con il diritto di critica, invece, ogni persona ha la libertà di esprimere giudizi, valutazioni, opinioni. La critica, però, non deve offendere o umiliare pubblicamente una persona.

La Diffamazione a mezzo internet è un reato molto diffuso perché spesso le persone scrivono (su un forum, una chat, un social network, ecc.) con la stessa leggerezza con cui si parla tra amici, ledendo così in un contesto pubblico l'onore di una persona.

Le pene previste sia per l'ingiuria che per la diffamazione possono essere anche aumentate, soprattutto se le offese sono state rivolte per discriminazione, odio razziale, religioso, ecc.

La querela deve essere sottoscritta e depositata o presso la Polizia Giudiziaria oppure presso la Procura della Repubblica.

Diritto all’onore: Elenco Avvocati e Studi Legali
Ingiuria
Se una persona offende un’altra in sua presenza (anche tramite telefono, email, ecc.) si ha un’ingiuria. La vittima può agire legalmente querelando chi l’ha offesa. Con una condanna per ingiuria si rischiano fino a 6 mesi di reclusione o il pagamento di una multa.
Diritto al nome: tutela giuridica
Secondo il Codice Civile, nessuno può appropriarsi del nome altrui spacciandolo per proprio (usurpazione) né può utilizzarlo illecitamente.
La vittima di un’azione di questo tipo può chiedere l’intervento di un Giudice ed anche un eventuale risarcimento danni.
Incapacità relativa: Inabilitati
Sono persone che soffrono di disturbi mentali lievi, sono sorde e/o mute, oppure "sperperano" i soldi (es. i giocatori di azzardo, i dipendenti da sostanze). Possono gestire la straordinaria amministrazione solo se assistiti da un curatore (nominato dal Giudice).
Incapacità relativa: Emancipati
Se una persona di 16 anni ha ottenuto dal Tribunale il permesso di sposarsi, diventa "emancipata". Può gestire da sola l’ordinaria amministrazione, ma non quella straordinaria, per la cui gestione deve essere affiancato da un curatore (nominato dal Giudice) che lo assista nelle decisioni.
Incapacità totale di agire: interdetti giudiziali
Gli interdetti giudiziali sono quelle persone che un giudice ha dichiarato incapaci di agire. Si tratta soprattutto di adulti che hanno una grave infermità mentale, motivo per il quale vengono considerati come minorenni e, quindi, incapaci di provvedere da soli ai propri bisogni e di prendere decisioni.
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