Gli ammortizzatori sociali sono strumenti speciali attraverso i quali lo Stato offre un aiuto concreto a quanti versano in condizioni di disoccupazione involontaria.
Si tratta di misure grazie alle quali una persona può contare non solo su contributi economici (quindi vere e proprie somme di denaro), ma anche – in alcuni casi – su una ricerca di nuovo impiego per così dire agevolata: alcuni ammortizzatori, infatti, hanno previsto nel corso del tempo vantaggi e sgravi fiscali per le imprese che decidono di assumere chi è in difficoltà (pensiamo, per esempio, alle assunzioni destinate ai lavoratori inseriti nelle liste di mobilità).
Nuovi ammortizzatori sociali sono stati previsti di volta in volta dai governi che si sono susseguiti nel nostro Paese negli ultimi anni: la disciplina di riferimento ha infatti subito modifiche periodiche, nate con lo scopo di rendere questi strumenti maggiormente efficaci ed utili soprattutto in periodi di crisi economica generale.
Il Jobs Act – ovvero la Riforma del Lavoro attuata sotto il Governo Renzi ed avviata con la Legge n. 183 del 10 Dicembre 2014 – ha riordinato ulteriormente il settore degli ammortizzatori sociali.
Prima dell'entrata in vigore del Jobs Act le ultime novità erano state introdotte nel 2013 con la Riforma Fornero, grazie alla quale aveva preso vita in Italia un nuovo strumento utilizzato fino a Maggio 2015 e conosciuto con il nome di Aspi.
L'Aspi era l'Assicurazione Sociale Per l'Impiego, un ammortizzatore che ha trasformato la vecchia indennità di disoccupazione in vigore precedentemente, modificando soprattutto la durata ed il contributo offerto ai disoccupati che ne avevano diritto:
La Riforma Fornero aveva previsto anche una Mini Aspi, destinata agli esclusi dall'Aspi (ovvero i lavoratori atipici come quelli in somministrazione, i part-time, gli apprendisti). L'unica differenza rispetto all'Aspi vera e propria è che la Mini Aspi durava solo 6 mesi.
A partire dal 1 maggio 2015 chi perde il lavoro non potrà più usufruire di Aspi e Mini Aspi, bensì degli ammortizzatori sociali introdotti dalla Riforma del Jobs Act.
Il Governo Renzi, come anticipato, ha dato vita ad un riordino degli ammortizzatori sociali con la riforma del Jobs Act, nello specifico attraverso il Decreto attuativo n. 22 del 4 Marzo 2015. In base a questo decreto, per l'anno 2015 si parla di 3 nuovi strumenti: Naspi, Dis-Coll. e Adsi. Di questi, però, gli ultimi due sono stati previsti solo in via sperimentale, quindi per un periodo limitato (in base anche ai fondi stanziati).
Il disoccupato che vuole ottenere e mantenere una di queste 3 misure, dovrà dimostrare periodicamente di impegnarsi a fondo nella ricerca di un nuovo impiego, partecipando anche a corsi di riqualificazione che verranno organizzati dai centri per l'impiego.
La Naspi è la Nuova Assicurazione Sociale Per l'Impiego, uno strumento che sostituisce l'Aspi della Fornero ed è destinato a tutti i dipendenti subordinati, tranne a coloro che sono stati assunti a tempo indeterminato nel settore pubblico e agli operatori agricoli.
In realtà possono ottenere questa indennità anche coloro che hanno perso il lavoro dopo aver dato le dimissioni, ma solo se "per giusta causa" (quindi per valide motivazioni).
Per ottenere la Naspi il disoccupato deve essere in possesso di specifici requisiti:
La Naspi permette al disoccupato di usufruire di una somma che varia dal 75% della retribuzione mensile media degli ultimi 4 anni di lavoro fino a massimo 1.300 euro, ridotta poi del 3% ogni mese.
La sua durata corrisponderà alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni, per cui si prevede non possa superare i 2 anni. A partire dal 2017 questa durata verrà ridotta ulteriormente, in quanto non potrà superare le 78 settimane.
Il Decreto prevede anche la possibilità per un disoccupato di ricevere tutta la somma che gli spetta per la Naspi in una sola volta, quindi di chiederne la liquidazione anticipata. Ciò è possibile solo nel caso in cui abbia deciso di dar vita ad un'attività autonoma oppure ad una impresa individuale.
Inoltre, la Naspi può essere percepita in forma ridotta anche da chi esegue comunque un'attività lavorativa retribuita, anche se per così dire minima. Nello specifico possono inoltrare domanda:
La domanda per ottenere la Naspi deve essere presentata all'INPS entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro.
La Dis-coll è una nuova indennità di disoccupazione destinata ai collaboratori coordinati e continuativi, dunque a coloro che hanno lavorato con contratti co.co.co. e co.co.pro e che sono iscritti alla Gestione Separata Inps. Sostituisce di fatto la vecchia indennità una tantum.
Anche per ottenere la Dis-Coll il disoccupato deve essere in possesso di specifici requisiti. Oltre allo stato di disoccupazione, non deve essere prossimo alla pensione né avere partita Iva e soprattutto:
La Dis-Coll offre al disoccupato un contributo che va dal 75% della retribuzione mensile media dell'anno in corso e del precedente anno solare fino a 1.300 euro, somma che si riduce del 3% ogni mese.
La sua durata equivale alla metà delle settimane di contribuzione dal 1° Gennaio dell'anno precedente a quello in cui si è assunto lo status di disoccupazione, fino ad arrivare a massimo 6 mesi.
Può, inoltre, essere percepita anche da chi ha un contratto subordinato inferiore ai 5 giorni o svolge un lavoro autonomo che non fa, però, superare le 4.800 € di retribuzione l'anno: nel primo caso, la Dis-Coll viene temporaneamente sospesa; nel secondo viene ridotta in percentuale in base al reddito annuale che si pensa verrà percepito con l'attività autonoma.
Anche la Dis-coll va richiesta all'Inps entro 68 giorni dalla fine del rapporto di lavoro. Ricordiamo, però, che almeno per il momento si tratta di una misura attivata solo in via sperimentale.
L'Adsi è un assegno di disoccupazione – introdotto in via sperimentale per il 2015-2016 - che si presenta come misura aggiuntiva destinata a chi ha già percepito la Naspi ma è ancora disoccupato ed ha un certo valore Isee. Questo valore verrà stabilito in un futuro decreto.
La somma alla quale il disoccupato avrà diritto sarà pari al 75% dell'ultima Naspi percepita e la durata totale non supererà i 6 mesi.
Nuovi ammortizzatori sociali: entrata in vigore.
I nuovi ammortizzatori sociali nati con il Jobs Act sono entrati in vigore a partire dal 1° Maggio 2015.
Vedi anche: