L'impresa sociale si concentra su un'attività economica basata sulla produzione e/o lo scambio di beni e servizi di utilità sociale ed interesse generale. Si tratta, quindi, di quel tipo di imprese che si occupano di lavori che risultano in qualche modo utili per la società in cui viviamo, come ad esempio coloro che offrono servizi di assistenza agli anziani.
Non si tratta di una forma giuridica d'impresa, bensì di una qualifica che può essere richiesta da associazioni riconosciute e non riconosciute, comitati, fondazioni, cooperative, consorzi, società (sia di persone che di capitali), enti ecclesiastici.
La Normativa sull'impresa sociale stabilisce quali condizioni sono necessarie per poter ottenere questo tipo di qualifica.
Prima di tutto, l'organizzazione che intende diventare impresa sociale deve dimostrare di operare in un settore di interesse pubblico o socialmente utile, ad esempio di essere attiva nel campo dell'assistenza socio-sanitaria oppure occuparsi del reinserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Nell'impresa sociale deve essere del tutto assente lo "scopo di lucro": obiettivo dell'organizzazione non deve essere quello di guadagnare e dividere i ricavi tra i suoi componenti. Gli utili (i guadagni dell'impresa) e gli avanzi di gestione, infatti, devono essere utilizzati solo per lo svolgimento dell'attività o l'incremento del patrimonio, per cui non possono essere redistribuiti.
È obbligatorio avere un "libro giornale" (libro di contabilità) ed un "inventario contabile" nel quale sono registrati tutti gli elementi che compongono il patrimonio di un'azienda.
L'impresa deve, poi, redigere e depositare presso il Registro delle Imprese un documento nel quale è riportato il suo stato patrimoniale e finanziario, nonché un bilancio sociale, cioè quel documento attraverso il quale si dichiarano al pubblico gli esiti di un'attività.
Infine, il 70% dei ricavi complessivi deve nascere proprio dall'attività di cui ci si occupa, escludendo dai calcoli donazioni, contributi di enti pubblici, quote associative.
Per creare un'impresa sociale è necessario che dall'atto costitutivo sia chiara la sua natura. Per questo è obbligatorio indicare soprattutto oggetto sociale e totale assenza di scopo di lucro.
Inoltre, deve esser dichiarato in quale modo si ha intenzione di coinvolgere lavoratori e destinatari dell'attività nella sua gestione (ad esempio come renderli partecipi alle decisioni che riguardano la qualità di beni e servizi o prodotti). E' obbligatorio inoltre utilizzare le parole "impresa sociale" nel nome (tranne nel caso di enti ecclesiastici) e la maggioranza dei suoi amministratori deve risultare interna all'impresa, nonché composta da persone che abbiano requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza.
Esempi di imprese sociali sono, dunque, quelle realtà che operano in settori come l'assistenza sociale, l'assistenza sanitaria e socio-sanitaria, l'educazione, l'istruzione, la formazione extrascolastica (quella eseguita con lo scopo di evitare la dispersione scolastica e favorire invece il successo degli studenti), la formazione universitaria e post-universitaria, la valorizzazione del patrimonio culturale, il turismo sociale, il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate, i servizi culturali ed altre attività simili.